“…quante lacrime…ma soprattutto ho capito che la gente mi vuole bene e questo è anche merito vostro che mi avete educato così: io mi sono sentito veramente a casa!”
Il mio racconto inizia da queste parole scritte da mio figlio il giorno del rientro dalla città di Alcantarilla, dopo una settimana di soggiorno in Spagna presso una famiglia, grazie al progetto Erasmus.
Tutto ha inizio con l’entusiasmo dell’ammissione al progetto, la curiosità di vedere su Google questa città a noi sconosciuta, abituati a conoscere le principali città spagnole ma Alcantarilla, proprio non l’avevamo mai sentita, a sud della Spagna con caldo torrido ma siamo pronti ad esplorare nuovi posti.
Leonardo è preoccupato di essere l’unica figura maschile ma la sua voglia di viaggiare è troppo forte ed attende con ansia di conoscere la famiglia ospitante per cominciare a scrivere via whatsapp con il compagno spagnolo ma apprende con sorpresa di essere accolto da una ragazza, che problema c’è? Siamo disponibili, certo per mio figlio la preoccupazione cresce, sempre più circondato da figure femminili, ma si parte comunque: è un’opportunità da non perdere.
Dal suo primo giorno all’ultimo, la nostra chat si è riempita di foto stupende, posti meravigliosi con dei ragazzi sempre sorridenti e bellissimi, video di musica ed allegria, piazze gremite di gente in festa, piatti prelibati e succulenti preparati dalla mamma della ragazza che ospitava mio figlio, ma soprattutto vedevo mio figlio felice, contento e circondato da nuovi compagni che l’hanno accolto come un ospite importante chiamandolo “el Italiano”. Ecco, proprio sull’accoglienza mi preme soffermarmi, ho conosciuto in video call la famiglia ospitante, in particolare Maria ed Isabel che abbracciavano mio figlio come se lo conoscessero da sempre e facesse parte di quella famiglia con soltanto così pochi giorni. È stata un’emozione indescrivibile, grata a queste persone così gentili e cordiali e per l’affetto che ci mostravano.
Come genitore, non posso che consigliare vivamente quest’esperienza che ha arricchito mio figlio sia da un punto di vista culturale ma soprattutto umano. Ha conosciuto una realtà nuova rispetto a quella che è abituato a vivere quotidianamente, condiviso la routine familiare sentendosi parte integrante della comunità spagnola, grazie al calore con il quale è stato accolto dalla famiglia, dalle insegnanti e dalla scuola. Trovandosi in un ambiente interculturale ha messo alla prova il suo spirito di adattamento, cercando di conoscere ed imparare il più possibile dalle loro tradizioni e confrontandole con le sue.
Spero che ci saranno nuovi progetti Erasmus per continuare a stimolare la crescita e l’apprendimento non solo scolastico ma anche educativo sia di mio figlio che dei ragazzi.
Roseto degli Abruzzi, 9 giugno ’23
Elisabetta Fulminis
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